giovedì 30 aprile 2020

ALESSANDRO, BACH E IL CORONAVIRUS

Tempi di Covid, brutti tempi. Ma anche tempi in cui la fantasia può correre, in cui la musica scalda e conforta, in cui gli amici, pur lontani, si scoprono vicini. 

Alessandro, un ragazzo che frequenta il Liceo Artistico, dal 22 febbraio non vede più professori, compagni, tutto il personale scolastico. 

Come tutti. 
Eppure in lui c’è qualcosa che non si ferma, un rovello, un’idea, la voglia di esprimersi e comunicare…Alessandro, chiuso nella sua stanza, non si dà limiti e viaggia con la fantasia. 
Basta poco, basta un brano di musica classica – il Preludio e Fuga in Do minore - che la Prof.ssa Rivetti assegna alla classe Quarta Musicale, frequentata da Alessandro.

Gli alunni sono invitati a farsi trasportare dalle emozioni suscitate dal brano, ad abbandonarsi all’ascolto e, ispirandosi a questo, a costruire una trama, una narrazione originale.
Alessandro ama la musica - è la sua materia preferita - e ascolta il brano con interesse e trasporto. 

L’atmosfera è sottilmente tesa, a tratti ombrosa, il ritmo incalzante; la melodia, però, in seguito si scioglie, si distende, trova una pacificazione.
Ecco! L’idea narrativa prende forma. 

L’inquietudine è quella provata in questi giorni difficili, di lontananza, di isolamento. Eppure si intravede un’uscita! Bach conclude il brano con una dolce, pacata risoluzione: ecco il ritorno alla normalità, agli abbracci, alle visite da parte degli amici! 

La narrazione è pronta: Alessandro, Bach e il coronavirus!

Questa è la storia di Alessandro e dei suoi amici: Beatrice, Valentina, Elena, Filippo, Sara, Cristian & Cristian, Cecilia, Clara, Marianna, Matteo, Nicolò, Francesca, Sofia e Giulia.

Erano i tempi del coronavirus….brutti tempi! 

Un giorno gli amici di Alessandro decidono di andare a trovarlo.
Erano tutti contenti!
Erano già arrivati in stazione quando la polizia

vede i ragazzi, li ferma e dice loro:
“Ragazzi, dove state andando?”
Beatrice risponde: “Stiamo andando dal nostro amico Alessandro”
I poliziotti rispondono: “Mi spiace ragazzi, ma in questo periodo non potete andare da nessuna parte!”
I ragazzi allora chiamano Alessandro per avvisarlo. 
Alessandro è molto triste e piange tutto il giorno…

anche i ragazzi sono tristi!
Un bel giorno, finalmente, il Coronavirus esce di scena…. e tutto torna come prima!
Allora gli amici di Alessandro vanno a trovarlo, e fanno una grandissima festa!



Testo di Alessandro Casonato 
A cura di Prof. Miriana Scorza

GRAZIE AL TEATRO L'INVISIBILE DIVENTA VISIBILE ed incarna ciò che non vediamo


Gli allievi del corso di Teatro del nostro Liceo sono stati coinvolti dalla docente prof. Monica Gatti in un compito inteso tanto come verifica delle loro competenze, quanto come farmaco dal potere esorcizzante, per affrontare questo momento di disorientamento e di perdita di certezze in modo attivo ed evolutivo.

Gli studenti sono stati chiamati a costruire l'identità di un personaggio: il Coronavirus

Sono così nate delle descrizioni di personaggi originali a cui gli studenti hanno abbinato una canzone o una musica che hanno sentito essere legata al personaggio.













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FEDERICA BADELLA

Carta d’identità

Nome: Queen
Luogo di nascita: base segreta sotterranea russa
sesso: non binario
Colore degli occhi: oro
Altezza: 1,50

Il personaggio

Il personaggio di Queen è molto difficile da spiegare. Non vuole farsi delimitare dai pronomi. Può scegliere di essere una lei o un lui, a seconda di come si sente quel giorno. Può decidere di indossare un vestito da donna o un completo da uomo, magari accompagnato da un tacco 12 se si annoia troppo.

L’importante è essere sempre al centro dell’attenzione di tutti. In mezzo a qualsiasi folla, piccola o immensa, farà sempre girare la testa a qualcuno.
Il suo modo di vestire esuberante e il comportamento vanitoso catturano tutti quegli occhi che per caso si posano sulla sua persona, che siano di giovani o di vecchi.
Queen può essere tutto quello che si desideri che lei sia, grazie al suo essere malleabile. Ormai tutti lo/la amano.
Ma non gli/le basta. Vuole attenzioni! Essere amati è tutto per Queen, dopotutto ne ha di tempo da sprecare… finché tutti crederanno che sia un semplice “uomo”.

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ELENA BAZZANINI
Carta d’identità
Cognome: Diciannove
Nome: Alter-ego
Luogo di nascita: Whuan
professione: hacker
Colore degli occhi: grigi
Altezza: 1,40
Il personaggio
Alter-ego Diciannove, è un personaggio tormentato. Lui vive in un mondo confuso tanto quanto lui.

Si aggira di nascosto. Si mimetizza nella folla, porta sempre una felpa scura con cappuccio sulla testa.

Girano molte voci su di lui. 

Inizialmente non rivolgeva la parola a nessuno. Quando decise di presentarsi a qualcuno, poi, questo si sentì obbligato a parlare di lui a tutti. Aveva un effetto positivo sulle persone. Tutti dopo una conversazione con lui volevano uscire, incontrare gente, fare serate.

Forse ho capito perché queste persone poi non se la passavano bene. Alter-ego non veniva mai invitato a questi incontri, diventava triste quando vedeva tutti divertirsi mentre lui no e lui è un tipo po’ vendicativo. Sapeva però anche essere molto paziente. Penso ci tenesse molto a voler entrare nelle nostre vite. È rimasto chiuso nella sua cameretta per anni a riflettere su come farsi conoscere, e nessun umano lo aveva mai notato prima di qualche mese fa. Ora, in poco tempo, ha sconvolto le nostre vite. Abbiamo scambiato l’acqua benedetta con l’amuchina, e messo la mascherina invece che il velo.

Non so quando ci lascerà.

Siamo convinti che per lui non ci deve essere spazio nelle nostre vite, ma in fondo è piccolo, è solo un bambino. Corre, gioca e saltella da uno stato all’altro…e pensare che il suo primo passo lo aveva fatto nella lontana Cina.

I virologi lo descrivono come un tipo iperattivo e vogliono curarlo in modo che la smetta di scatenarsi ovunque. Ma come si può fermare uno così testardo? 

Beh, tutti prima o poi cresciamo, no? Maturiamo, e da adulti grandi e vaccinati, decidiamo ad un certo punto di affrontare la vita, e finalmente sloggiamo di casa…tutto a suo tempo.
Alter-Ego  è ferratissimo con la tecnologia, ma ama ancora ascoltare la musica alla vecchia maniera. Non avete idea di come si diverta quando guarda al computer tutti quei video di musica suonata e cantata dai balconi. Li guarda e li riguarda. Forse anche questo gli ha causato problemi alla vista. Per troppo tempo è rimasto chiuso nella sua cameretta e mai si è scollato dallo schermo del suo computer. Era l’unica fonte di luce, e lui ci stava appiccicato come quegli insetti attratti dalla luce delle lampadine. A volte ora esce, ma ormai non ci sono più persone fuori e il sole gli dà fastidio. Tutte quelle ore al computer gli hanno rovinato la vista, e i suoi occhi sono diventati di colore grigio. Vede tutto un po’ offuscato e si vergogna di mostrarsi in giro così.
Canzone
Unravel, la sigla iniziale dell’anime giapponese “Tokyo Ghoul”.
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ALICE CORBANI
Carta d’identità
cognome: Virus 
nome: Corona 
nato il 01/12/2019 
a Wuhan 
Sesso: Altro 
Cittadinanza: Mondo 
Residenza: Mucose (anche la tua, attento) 
Via: Respiratoria n.19 
Professione: Infettologo professionista 
CONNOTATI E CONTRASSEGNI SALIENTI 
Capelli: Verdi 
Occhi: Neri 
Segni Particolari: “braccine” sulla testa 
Il personaggio
Virus è un tipetto molto giovane, un po’ basso e magrolino, ma con il viso tondo, le guance morbide e tante braccine sulla testa che fanno da corona. Essendo basso e magro riesce a infilarsi ovunque: nelle scatole, nei cassetti, ma soprattutto si diverte a infilarsi nel naso della gente, lo considera uno sport. Virus è molto estroverso, gli piace stare con le persone, parlare e abbracciare chiunque abbia intorno, ed essendo molto grazioso questo gli risulta facile. Tiene molto all’ordine e ci mette poco a farlo,  grazie alle tante braccia che gli permettono di fare più cose contemporaneamente. Il problema è che toccando dappertutto, infetta, senza saperlo, molte persone. 
Quando nacque, Virus era completamente solo e così un bel giorno, stufo di sentirsi così, decise di fare amicizia con una persona che si trovava nelle sue vicinanze. Insieme passarono una bella giornata: andarono in giro, pranzarono al ristorante, conobbero altra gente e finalmente non si sentì più solo. 
Purtroppo Virus non sapeva di essere pericoloso e così quando scoprì cosa era successo al suo amico si spaventò moltissimo e scappò via, ma, così facendo, infettò altre persone. Dopo che la Cina venne messa in quarantena e non trovando più nessuno per strada, Corona si sentì nuovamente solo, così decise di farsi un viaggio in Italia. Tutti gliene avevano parlato bene e lui era molto curioso di vederla. Purtroppo anche in Italia infettò tanta gente. 
Allora prese una decisione. Per poter realizzare pienamente le sue capacità, Virus decise di diventare infettologo professionista.  Così ora si diverte a girare il mondo infettando qua e là chi incontra sulla sua strada.
Canzone
Gorillaz – Clint Eastwood
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Enrico Nicolò

Carta d’identità e personaggio

Nome: Corona
Cognome : Virus
Il personaggio
E’ nato il 15 febbraio del 85 in un paesino chiamato Wuhan in Cina. Lui è un uomo imponente, alto 2,10 metri, con degli occhi di un blu notte e capelli neri.
Molte volte incute timore al primo sguardo, visto che oltre alla sua immensa statura è anche un po’ in sovrappeso, con i capelli neri che gli arrivano fino alle spalle e gli occhi verdi che sembrano essere quelli di un serpente. Indossa solitamente dei vestiti scuri, molto più grandi lui, e che lo fanno sembrar ancora più enorme. Non è molto veloce e non ha una buona agilità , per questo molte volte ci impiega molto tempo a compiere un’ azione.
Sembra sempre arrabbiato per via della sua faccia seria, però in realtà è una persona gentile, che aiuta gli altri. E’ molto severo perché vuole sempre il meglio dalle altre persone. Se lo si conosce meglio non fa tanta paura come si pensa. E’una persona gentile, che cerca, a modo suo, di far rispettare delle regole. Solo che quando vede che la gente non le rispetta tende a diventare severo e a volte furioso. E’ una persona pacifica, molto quieta, non fa discriminazioni in base a religione, etnia o credenze. 
Gli piace mangiare, è un golosone; infatti sta viaggiando per il mondo per assaggiare cibi diversi. E’ un amante della musica, che ascolta con delle grandi cuffie blu, che arrivano giusto giusto a coprirgli le grandi orecchie dove, da entrambe le parti, ci sono due orecchini, uno nero e uno bianco a forma di cerchio. 
La sua canzone preferita è “The nights” del dj Avicii, che ascolta durante i suoi viaggi.
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Gaiotto Giulia

Il personaggio

Cherry  - sorprendentemente il virus è femmina -  è nata il 28 ottobre del 1950  in un laboratorio americano segreto, situato nello stato del Nebraska. Teoricamente non ha una vera e propria forma, in quanto può mutarla, ma adora assumere le sembianze di una ragazza dagli occhi marroni ed i capelli neri, col naso all’insù e un grande sorriso smagliante; è alta all’incirca 1,55m.   Nella foto della sua carta d’identità porta un cappellino tutto nero e gli occhiali da sole, nonostante non si potrebbe. A lei non piace seguire le regole, si sente molto forte e crede che nessuno possa fermarla. E’ un peperino: le piace fare di testa sua, non vuole sentire contraddizioni e si comporta in modo imprevedibile con le persone. Non le piace leggere, per niente, ma preferisce ascoltare musica pop ed eventualmente suonare la sua pianola. Come hobby ha lo sci in inverno, e le arrampicate d’estate.

Il suo motto preferito è: “Non rimandare a domani ciò che puoi fare oggi”

La sua canzone preferita è “La Vie En Rose”, non importa chi la canti, ed in quale lingua. Ogni volta che la sente si mette a piangere.

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Matteo Loverre

Carta d’identità

Nome: COVID-19 
Data di nascita: 18 ottobre 2019 
Luogo di nascita: Brasile (“mamma” Fondazione Bill e Melinda Gates e “papà” World Economic Forum)
Sesso: asessuato
Occhi: rossi
Altezza: 23 chilobasi

Il personaggio

È molto giovane, ha solo un anno di vita; è piccolo, talmente piccolo da non poter essere visto ad occhio nudo. È irascibile e curioso, gli piace stare a contatto con le persone, tant’è che spesso ci litiga per via del suo carattere aggressivo e dispettoso. Può essere molto veloce, soprattutto quando utilizza, come mezzo pubblico per gli spostamenti, gli starnuti e i colpi di tosse. 
Canzone:  “Il volo del calabrone” di Rimskij Korsakov
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Gabriele Massarone

Carta d’identità

·      Come si chiama? Luke
·      Quando è nato? nel 1989
·      Dove è nato? in Texas
·      Qual è il suo sesso? uomo
·      Di che colore ha gli occhi? azzurri
·      Quanto è alto? 1m e 80cm

Il personaggio

Luke ha due occhi piccoli, azzurri e serissimi, i capelli marroni tagliati a spazzola, quasi come se fosse stato nell’esercito, anche se così non è.  A vent’anni si è trasferito a Los Angeles, in California, sperando di poter diventare qualcuno di importante, ma è finito a lavorare in un bar di fronte alla Walk of Fame, e questo gli fa rabbia, perché sa che non ci sarà mai il suo nome lì sopra.

Sfoga la rabbia repressa andando in palestra e correndo un sacco: è un fanatico di sport. 

Non è molto bravo nelle relazioni, ha pochissimi amici a cui vuole molto bene.

Ha un cane, si chiama Spix, un Golden Retriever.

Anche se si presenta come un ragazzo dall’aspetto duro, è in verità semplicemente molto timido e riservato. Nel tempo libero gli piace leggere libri di tutti i tipi, guardare film indipendenti e di gangster. I suoi generi musicali preferiti sono il Rap e l’ R&B.

La sua frase preferita è “Say hello to mylittle friend”, dal film Scarface.

La sua canzone è “TheseWalls” di Kendrick Lamar.
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SerseTesta

Carta d’identità e personaggio

Il personaggio si chiama FenrirDahl, è di origini norvegesi, è nato il 22 settembre del 1998. 
Nato ad Oslo, unico maschio con cinque sorelle, è il fratello maggiore, ed è stato sempre d’aiuto per badare alle piccole di casa. Il suo carattere venne segnato profondamente dalla scomparsa prematura della madre, avvenuta la notte del 10 agosto del 2013. Tutti lo ricordavano come un ragazzino simpatico e premuroso, ma ora appare come un’entità subdola, a tratti famelica, che semina zizzania tra le persone per puro divertimento. Grazie alla sua corporatura esile e all’altezza non esagerata, si confonde bene tra le persone, aiutato dalla sua tendenza nel vestirsi sempre di nero. La carnagione lattea si abbina perfettamente ai bianchi capelli medio-lunghi, con rasature a pelle su entrambi i lati e occhi di un azzurro ghiaccio, che sono l’unico tratto su cui l’occhio si ferma. Nella sua carta di identità vi è ancora una foto del ragazzino coi capelli corti, con un’espressione già fredda e distaccata, che non fa trasparire nessun tipo di sentimento.
Cerca sempre di passare il più inosservato possibile, poi sceglie la sua preda per dare il viaalle voci e seminare le malelingue. E’abbastanza agile, ma per nulla resistente o tonico. L’unica attività che svolge con impegno è  suonare la chitarra. Compone nuove melodie e testi. Questa passione è così incisiva nella sua persona che lo ha spinto a costruirsi una sorta di sala d’incisione, che condivide unicamente col suo gatto di nome Euronymous.
Lacanzone che lo ha accompagnato per buona parte della sua vita è “SIC” degli Slipknot, per via della melodia pesante, del cantato rozzo e del testo in cui si è sempre rispecchiato. La frase “You can’t kill me, ‘cause i’mal ready inside you” lo rappresenta perché lui si vede come una sorta di parassita che infetta e che quando lo scopri, è già troppo tardi.
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martedì 28 aprile 2020

#BUNGALOW COME SOGNI DI VACANZA

Anche a distanza, quando ogni docente e allievo rimane nelle proprie case, grandi o piccole che siano, si corrisponde e si producono piccole opere d’arte. La classe IV dell’indirizzo Architettura e Ambiente del Liceo Artistico B. Alfieri, insieme al prof. Giancarlo Porto, docente di laboratorio, e alla prof.ssa Gianna Gandini si è cimentata nella realizzazione di un progetto di bungalow, ovvero spartane case vacanza che, in questo momento, ci fanno sognare giornate di sole, di natura, passeggiate e corse in libertà.
























I lavori, costituiti da una tavola ex tempore, un progetto esecutivo e dalla realizzazione di un prototipo in scala, sono frutto di competenze sì, ma anche della cosiddetta arte di arrangiarsi: i materiali usati per i bungalow sono, infatti, materiali recuperati in casa, in qualche cassetto, nel ripostiglio, in cantina o in garage,  e adattati alla circostanza, e diventano testimonianza di come gli allievi, al di là di restrizioni e costrizioni, siano pieni di ingegno e fantasia, in nome della creatività artistica che non si arrende.






venerdì 24 aprile 2020

PENSIAMO ALLA FASE 2


Quello che stiamo ancora affrontando è un periodo lungo e difficile per tutti,  e tutti sperano di tornare, anche gradatamente,  a quella che era per noi la “normalità”,  e che, forse,  non sarà comunque più la “nostra normalità; questa pandemia ci ha, inevitabilmente, cambiati, quindi dovremo riacquistare ciò che ognuno ritiene essere la propria stabilità, il proprio equilibrio: in questo (e in molto altro)consiste la cosiddetta fase 2.

Durante questi giorni di clausura si sono moltiplicati , vista la situazione,  i centri e gli sportelli d’ascolto online, e anche il nostro Istituto, dove esiste  da molti anni un’esperienza di sportello d’ascolto consolidata, si è attrezzato e adattato per poter continuare a fornire questo servizio: la dott.ssa Carelli, docente di lettere e psicologa iscritta all’Ordine, continua il supporto a distanza agli alunni  e alle loro famiglie. Sono soprattutto gli allievi che, ogni giorno, le chiedono un consiglio, la informano sulla loro famiglia, la rendono partecipe delle loro paure, dei dubbi, del dolore. Così, attraverso un costante colloquio, fatto a volte anche di brevi messaggi, di parole scritte in mail, di sfoghi in videochiamate i ragazzi possono trovare conforto, parlare liberamente ed aprirsi, alleggerendo le paure e condividendo i problemi.


Dall’inizio della nuova modalità scolastica di DAD , l’IIS Alfieri ha messo in campo una task force per il supporto didattico, tecnico e pedagogico formata dalla Dirigente Maria Stella Perrone, dai collaboratori delle tre sedi e dai tecnici informatici, che mai, come in questo momento, hanno messo a disposizione le loro competenze a supporto di alunni e docenti. La task force opera all’interno dell’Istituto e raccoglie i bisogni degli allievi e delle loro famiglie, si confronta e collabora affinché questo momento di isolamento che stiamo vivendo e che si prevede sarà lungo e difficile si trasformi in un lavoro di cooperazione e di condivisione.
Ma si deve guardare avanti, quindi, ci si deve preparare alla fase 2,  quando occorrerà una vicinanza maggiore agli alunni ed alle famiglie, quando si uscirà di casa e ci si rincontrerà e si faranno bilanci:  il nostro Istituto sta organizzando una serie di interventi nell’ottica di accompagnare l’utenza verso la riacquisizione della propria individuale normalità.
Lo sportello online, oltre ai colloqui individuali, si attrezza per diventare un team di auto-aiuto  per condividere i nuovi disagi collegati con il forzato isolamento, con la ripresa della vita “normale”, con il probabile aumento di fobie o di ansia.
La Dirigente, tanti docenti, genitori ed alunni daranno il loro contributo a “I Caffè digitali”,  un luogo di incontro  che dà voce alla scuola e all’apprendimento,  curato da Astigov, una rubrica digitale in cui si discuterà dei pilastri che potranno sostenere la ripartenza, evidenziando e valorizzando gli sforzi  che si stanno mettendo in atto sul territorio.
 A cura della prof. Emanuela Carelli

LA NORMALE VA A SCUOLA


È vero, le università sono aperte a tutti, ma non capita di frequente di poter accedere alle aule dei più importanti studiosi e professori universitari italiani, tantomeno in questo periodo di emergenza e di distanziamento sociale. Eppure, proprio in questi giorni la più prestigiosa università italiana, la Scuola Normale Superiore di Pisa, ha deciso di andare a scuola, ossia di supportare allievi e insegnanti delle scuole superiori con la proposta di un’ampia scelta di corsi accessibili a tutti. 

Queste le parole che l'importante istituzione ci ha rivolto: "In queste settimane, con il vostro impegno state tutelando i diritti costituzionali fondamentali di milioni di ragazzi e ragazze, proteggendo anche i loro sogni e le loro ambizioni: in un presente così fosco li aiutate a conservare la speranza e a costruire il loro futuro con uno degli strumenti più potenti che abbiamo, la cultura. Siamo orgogliosi, e felici, di provare a portarvi il nostro pur modesto aiuto.”

La proposta della Normale ha ricevuto l’adesione entusiasta da parte di moltissime scuole italiane, centinaia di migliaia di potenziali iscritti, e non tutte le richieste, purtroppo, sono state soddisfatte. Il “Vittorio Alfieri” ha risposto all’iniziativa e – con un pizzico di fortuna – molti allievi, di tutti e tre gli indirizzi, potranno partecipare alle lezioni che inizieranno il 24 di aprile.

Le classi 4B e 5B del liceo classico (prof.ssa Galanzino) parteciperanno rispettivamente a una lezione che tratterà dell’organizzazione del cervello (30 aprile)e a un incontro sul sequenziamento del DNA (27 maggio). In entrambe le occasioni sarà un docente, il prof. Alessandro Cellerino, che insegna Fisiologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa e che fa parte del “Leibniz Institute on Aging” di Jena ad illustrare gli argomenti ai ragazzi.

Le classi 5A e 5C del Liceo classico insieme alla 5A del Liceo artistico (prof. Baglivo e Ferrero)il 5 maggio potranno assistere alla conferenza dello storico Silvio Pons, docente di Storia contemporanea alla Normale. L’incontro verterà sulla Guerra fredda, argomento trattato dal professore in numerosi volumi e che risulta molto interessante alla luce del percorso svolto dai ragazzi nel corso del quinto anno.

Anche le due classi quinte del Sella (prof. Pozzo) ascolteranno il prof. Pons che il 28 aprile si occuperà della Seconda guerra mondiale. Mentre il 4 maggio per le stesse classi sarà la volta di un tema di grande attualità affrontato in una lezione dal titolo “Il terrorismo: una parola, una storia” tenuta dal prof. Francesco Benigno, anche lui docente alla Normale.

L’iniziativa è stata resa possibile grazie al grande sforzo di digitalizzazione che è stato portato avanti fin dall’inizio di questo strano anno scolastico. Il fatto che il nostro Istituto si sia attrezzato con strumenti digitali efficaci, quali la G-Suite for Education e Office365, ha garantito ai nostri ragazzi la partecipazione all’evento. Attraverso la mail istituzionale, infatti, gli allievi potranno accedere alle conferenze che si terranno su GoogleMeet, strumento che la nostra scuola sta ampiamente utilizzando in queste settimane di emergenza.

Come docenti siamo convinti che questo primo assaggio di università non potrà che incuriosire e motivare i nostri ragazzi in un momento in cui questo è più che mai necessario. Buone lezioni a tutti!

a cura del prof. Federico Baglivo

mercoledì 22 aprile 2020

SOLO DUE PAROLE

La prof. Monica Gatti ha chiesto ai suoi allievi di scrivere due parole rappresentative della scuola a distanza. Il sondaggio è stato effettuato nelle classi1B, 3A e 5G.

Ecco l’analisi dei risultati.
Si sono così create delle nuvole, simbolo dei pensieri e delle sensazioni.

Le parole che sono emerse maggiormente dagli allievi della 1B si è creata con i risultati sono: ansia, strana e diversa. Le altre risposte sono: molto utile e vantaggiosa, futuristica, sollievo, incontro, avventura, compagnia, collaborazione, interessante, salvataggio, sostegno e rimedio, opportunità, ottimo per continuare, utile. Ma anche: disagio, scomodo, triste, distante e fredda, difficoltà, più impegnativa e difficile. Le parole maggiormente scelte indicano ancora una sensazione di disorientamento, ma molte sono le risposte positive date dai ragazzi.


La classe 3A risponde al sondaggio con queste parole: continuità, organizzazione, comodità, responsabilità, crea interesse personale, Voglia di continuare, esperienza nuova, flessibilità, interazione, speranza, opportunità, autogestione, sicuro. Ma anche: confusionario, no stop in senso negativo, strano. In questo piccolo campione prevalgono le risposte positive.




Le parole che sono emerse maggiormente in 5G sono:nostalgia e ansia.Le altre risposte sono:comunicazione, istruzione, importanza, futuro, vicinanza, responsabilità, autonomia, imparare online, utilità, studio, bella, utile, speranza, maturità, necessaria. E ancora: impegnativa, impegno, videochiamata. E poi: difficoltoso, incomprensibile, lo definirei come strano, disorganizzata, noia, difficile, antiistruttivo, limitante, inutilità, insicurezza, distante, inutile, stressante, confusione, instabilità, disturbo. Le parole indicano la presenza di sensazioni molto diverse all’interno della classe.

Dall’analisi dei risultati emerge di sicuro l’importanza che in questo momento la DaD riveste per molti allievi, ovvero sollievo, compagnia, salvataggio, opportunità, voglia di continuare, speranza. Sono, queste, parole che indicano quanto sia indispensabile oggi la presenza della scuola, anche a distanza, nella vita dei nostri ragazzi.

Emerge anche, per gli insegnanti, la necessità di continuare con tenacia il lavoro, in modo che gli strumenti utilizzati con i ragazzi diventino sempre più facilmente fruibili e interessanti per loro, affinché rappresentino sempre di più un sostegno e non una difficoltà aggiuntiva. 

A cura della prof. Monica Gatti

QUANDO LE DISCIPLINE GRAFICHE COMBATTONO IL CORONA

In un periodo di smarrimento e di riflessione l’arte prende il coraggio di esprimere, attraverso forme, colori e parole quello che l’anima di ognuno di noi sta vivendo: disagio, paura, rabbia, ironia emergono attraverso le emozioni che convivono in queste giornate dove il tempo scorre sì, ma è diventato tempo della vita, della coscienza, per dirla alla Bergson.

Gli allievi del corso grafica hanno dato il via alle loro emozioni, si sono cimentati in disegni e illustrazioni e si sono confrontati con la loro prof., Silvia Caronna. Insomma, esorcizzare le paure e i timori anche attraverso la creatività può essere terapia, per se stessi e per gli altri, per chi, come gli allievi dell’artistico, ci inviano veri messaggi attraverso la creatività.

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NOTIZIE DAL CANADA


Notizie dallo studente del Liceo Artistico B. Alfieri, Filippo Mogliotti, che si trova all'estero per gli studi. In questo articolo del quotidiano La Stampa si racconta della sua esperienza nella città di Vancouver in Canada, lontano dalla famiglia e soprattutto in questo periodo di emergenza mondiale.
Alla ripresa dell'attività scolastica, in settembre, sarà nuovo tra noi per frequentare la 5^D e conseguire la maturità artistica italiana, dopo quella canadese.

martedì 21 aprile 2020

LE VIDEOLEZIONI, OVVERO ESSERE VICINI ANCHE SE DISTANTI

L’acronimo DAD – didattica a distanza – è entrato prepotentemente nella didattica della nostra scuola. Al di là dei suoi limiti, delle sue ragioni e dei suoi torti, una cosa va detta: i docenti e gli allievi hanno scoperto un mondo nuovo e un modo nuovo per comunicare, per confrontarsi, per crescere, per essere vicini anche se siamo lontani. 

Le video lezioni diventano quindi non solo spiegazioni di Dante, del barocco e della grande guerra, lezioni di appelli e di microfoni spenti e videocamere disattivate, ma anche un momento in cui si chiacchiera, ci si chiede come stiamo, ci si scambiano opinioni ed emozioni, ci si racconta, insomma. 

E chi partecipa è lì, sorride, interviene, e dice anche che quei banchi gli mancano, che teme che l’Esame si possa svolgere davanti ad uno schermo, e che passare il badge ogni mattina non era poi così male, perché era l’inizio di una nuova giornata insieme ai compagni e ai docenti, era volare le scale per andare nei laboratori o uscire per recarsi in succursale, era il fracasso piacevole dell’intervallo, erano anche quei pomeriggi pesanti, sì, ma almeno si condivideva la fatica. 

Vero, ci mancano i ragazzi e, forse, a tanti di loro manchiamo noi professori, ma, in attesa di rincontrarci presto, l’appuntamento settimanale ci basta, perché in quell’ora trascorsa davanti al desk siamo di nuovo tutti insieme, a darci forza, ad essere solidali, a dire la nostra parola che scalda gli animi, e a darci appuntamento alla settimana prossima, salutandoci in chat con dei veri arrivederci. 

a cura di Elisabetta De Leonardis