sabato 27 febbraio 2021

A lezione di progettazione, pianificazione e conservazione

L’IIS "V. Alfieri" scende in campo con ben 120 studenti di tutte e tre le sezioni – artistico, classico e professionale – per incontrare gli architetti astigiani e imparare con loro la pianificazione degli spazi, l’interazione con i paesaggi, la conservazione degli edifici. Un ricco percorso di PCTO e non solo per gli allievi, reso possibile dall’Ordine degli Architetti di Asti che si è messo a disposizione della scuola per formare gli alunni e condividere le loro esperienze, conoscenze e capacità. Il percorso è stato presentato il 24 febbraio 2021 dal presidente dell’Ordine, arch. Fabio Musso, dal consigliere Luca Ottaviani, dalla DS dell’Alfieri Maria Stella Perrone e dalla docente di Architettura e Design del Liceo Artistico Gianna Gandini. 




Gli incontri tra gli architetti e gli allievi sono concepiti all’insegna dell’interattività, e rappresenteranno anche una valida occasione di scoperta e di consapevolezza per un’eventuale scelta futura universitaria. 

Inoltre, il percorso sarà anche un modo per conoscere più a fondo e da vicino il nostro territorio, quello in cui i ragazzi vivono quotidianamente, magari proponendo idee di miglioramenti anche legati al concetto dello sviluppo sostenibile, che gli alunni scoprono sì sui banchi di scuola, ma potranno sviluppare con senso critico e costruttivo interagendo con veri professionisti. 


A cura della prof.ssa Gianna Gandini

Referenti di progetto proff. Gianna Gandini e Andrea Bertelli

venerdì 26 febbraio 2021

“Incontrare la forma”, serate di approfondimento sulla scultura di Sergio Unia

Due incontri, valevoli come attività all’interno dei PCTO, hanno visto coinvolti tutti gli studenti e le studentesse del triennio Arti figurative del Liceo Artistico. Nelle serate dell’11 e del 18 febbraio, in modalità smart, i partecipanti – circa una settantina – hanno percorso insieme un viaggio virtuale tra le sculture di Sergio Unia ospitate nel Castello, recentemente restaurato, di Monastero Bormida.

In tempi di emergenza bsanitaria, la visita virtuale di un’esposizione d’arte rimane uno dei pochi modi per fruire delle bellezze artistiche, anche del territorio, e il Liceo Artistico ha provato ad attrezzarsi organizzando una vera e propria visita di istruzione smart. Non c’è il bus, non ci si ritrova presto la mattina davanti alla scuola, non si è dovuto aspettare il classico allievo ritardatario, quello che arriva dieci minuti dopo, ma con lo zaino pieno di provviste alimentari appena acquistate lungo la strada, ma i tutor PCTO delle classi del corso F hanno tentato ugualmente l’impresa! L’obiettivo delle serate era, da una parte, quello di approfondire la conoscenza del patrimonio artistico del territorio – lo splendido Castello di Monastero Bormida – e, dall’altra, riscoprire la bellezza attraverso l’opera dello scultore Sergio Unia. Le due serate si sono mosse in questa direzione: imparare ad amare (e rispettare) le bellezze che abbiamo “a chilometro zero” e scoprire i risvolti tecnici dell’attività dello scultore.

Nella serata dell’11 febbraio, attraverso una serie di video condivisi i ragazzi, i docenti e alcuni genitori incuriositi dall’evento, hanno potuto ammirare le opere dell’artista piemontese vivente esposte in una mostra a lui dedicata tra l’estate e l’autunno 2020 in una cornice insolita, il castello di Monastero Bormida. L’intervento del sindaco di Monastero Luigi Gallareto, in modo chiaro, ha spiegato agli allievi la storia di quello che era un tempo un monastero benedettino rimaneggiato nel corso dei secoli; fino ad arrivare agli ultimi decenni, che hanno visto la restituzione di un luminoso sottotetto adatto ad essere un importante spazio espositivo. Interessantissima la questione affrontata da Ilaria Cagno, presidentessa dell’Associazione culturale “Museo del Monastero”, che ha spiegato come viene organizzata una mostra in un piccolo centro analizzando problematiche concrete, risvolti che conoscono solo gli addetti ai lavori e che in quest'occasione sono stati condivisi con le ragazze e i ragazzi del Liceo.

La serata di giovedì 18 febbraio ha avuto inizio con l’intervista a Sergio Unia, girata proprio nelle sale espositive della sua mostra a Monastero, ed è proseguita con gli interventi della professoressa Barolo e del professor Testa, docenti del nostro Istituto, che hanno trattato rispettivamente della storia della scultura a tuttotondo, dal classico al ’900, e della tecnica della fusione del bronzo. Entrambi i docenti si sono avvalsi di immagini e di video utili a supportare le loro parole dimostrando come sia possibile, anche in questa particolare situazione, continuare a studiare, a conoscere, a fare ricerca. Il percorso che dal punto di vista interdisciplinare, e non solo, ha funzionato perfettamente, ha accompagnato i ragazzi in un viaggio virtuale nella scultura, una forma d’arte troppo spesso non approfondita che ha però trovato nelle belle e ampie sale del Museo del Monastero uno spazio adatto per essere valorizzata e apprezzata, anche a distanza. In attesa di salire sul prossimo bus non possiamo che augurarci di poter partecipare nuovamente a serate come questa!

 

a cura dei tutor PCTO prof. Federico Baglivo, prof.ssa Erika Bocchino, prof.ssa Silvia Caronna


martedì 23 febbraio 2021

Le madri costituenti: PRESENTI all’IIS "V. Alfieri"

Adele Bei, Bianca Bianchi, Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Maria De Unterrichter Jervolino, Filomena Delli Castelli, Maria Federici, Nadia Gallico Spano, Angela Gotelli, Angela M. Guidi Cingolani, Leonilde Iotti, Teresa Mattei, Angelina Livia Merlin, Angela Minella, Rina Montagnana Togliatti, Maria Nicotra Fiorini, Teresa Noce Longo, Ottavia Penna Buscemi, Elettra Pollastrini, M. Maddalena Rossi, Vittoria Titomanlio: PRESENTI all’IIS "V. ALFIERI".

La mostra itinerante Le Madri Costituenti, realizzata grazie al Soroptimist club e alla Toponomastica Femminile, ha fatto una sosta, nella mattinata del 23 febbraio 2021, nell’Aula Magna dell’IIS "V. Alfieri". 

Lo spazio della sala - solitamente dedicato a riunioni collegiali di docenti e a lezioni in presenza - si è trasformato in un palcoscenico teatrale, dove gli attori sono andati al di là di un semplice evento inaugurale e hanno portato sulla scena un omaggio a quelle Madri che hanno coraggiosamente contribuito alla nascita della nostra Costituzione


I pannelli raffiguranti la loro storia e la relativa toponomastica di vie e piazze dedicate alle Madri hanno fatto da sfondo ad un metateatro in cui le voci femminili di alunne del Liceo Artistico, la melodia musicale dell’Inno di Mameli, interpretato e cantato da un’allieva insieme ad una docente, l’analisi di opere d’arte contemporanea condotta da due ragazze dell’Artistico, il video della mostra, narrato da due allievi del Classico si sono fusi, profusi e confusi col pubblico, che ha vissuto lo spettacolo interagendo e si è via via trasformato da spettatore ad attore.

Ognuno ha contribuito con parole e riflessioni, con battiti di mani, con note musicali, con opere grafiche e pittoriche e anche con momenti di commozione a salutare Le Madri Costituenti, che erano lì con noi, con le loro storie e la loro energia di donne; sì erano lì: tutti le abbiamo sentite rispondere PRESENTE, dopo che una voce fuori campo ha sussurrato con rispetto e riconoscenza i loro nomi e cognomi, e quei suoni si sono sparsi nella sala e ci hanno rimandato, inevitabilmente, ad una pagina indelebile della nostra storia.

Grazie a tutti per questa potente lezione di vita, grazie alla Dirigente Maria Stella Perrone, per le importanti parole in apertura e chiusura dell’inaugurazione, grazie alle voci delle Madri Costituenti e delle opere d’arte: Marta Delle Piane della 3F; Gaia Becchio della 4F; Cinzia Ostorero della 4M; Beatrice Rissone ed Elena Rrusho della 5D; Samantha Palermino ed Evelyn Valfrè della 5M; grazie ai docenti referenti alla recitazione: Monica Gatti e Salvatore Pistone. Grazie agli allievi del multimediale, incaricati delle riprese e della fotografia: Gabriele Massarone, Alì El Kaouam, Giada Ferrero, Gaia Correggia della 4M e grazie ai docenti Daniele Talenti e Iolanda Rega, per la diretta su Instagram. Grazie al canto di Domitilla Grungo della 2B e alla voce della docente Maria Maddalena Di Vicino; grazie al docente responsabile degli arrangiamenti musicali, Andrea Passarino; grazie ai docenti esecutori delle opere grafiche e della locandina dell’evento: Andrea Marello e Gabriele Sanzo. Grazie al docente e regista Giuseppe Varlotta, per la realizzazione del video della mostra e grazie agli allievi/narratori del liceo classico, Giulia Mora e Riccardo Glinac, grazie agli organizzatori dell'evento, i docenti Silvia Caronna, Elisabetta De Leonardis, Federico Baglivo e Andrea Marello. Un grande grazie al tecnico della scuola, Luca Rigamonti.

Un grazie speciale va alla dott.ssa Giovanna Cristina Gado, coordinatrice di una mostra che
l’IIS "V. Alfieri" è onorato di ospitare
.


a cura della prof.ssa Elisabetta De Leonardis


sabato 20 febbraio 2021

Messaggi intelligenti a suon di rap

Come potenti luci psichedeliche, le opere grafiche e pittoriche degli allievi delle classi prime e della classe 4G dell’artistico irrompono a suon di rap e colpiscono gli spettatori del video, che, coinvolti dal ritmo martellante delle parole e delle note dell’alunno Umberto Ferraris della classe 1E, assistono ad una efficace campagna antifumo; il progetto educativo Tabacco: meglio non iniziare, promosso dall’ASL, ha dato vita a opere interartistiche, opere in cui la musica, i colori e le forme e le parole si fondono, e concorrono a farci riflettere su un messaggio educativo di vita. La produzione video dell’allievo Alì El Kaouam, della classe 4M, ha immortalato immagini, suoni e parole.





A cura della prof.ssa Elisabetta De Leonardis
Referente progetto prof.ssa Elizabeta Veselinovska

lunedì 15 febbraio 2021

Caffè filosofico, di Simone Vaccaro


Illustrazione di @johnny_paradise_swagger
Illustrazione di @johnny_paradise_swagger

Si è concluso il caffè filosofico di Simone Vaccaro, tenutosi quest'anno in modalità telematica, con i ragazzi del Liceo Artistico "Benedetto Alfieri" di Asti. Gli incontri, a carattere seminariale, si sono svolti durante l’ultima settimana di gennaio e le prime due di febbraio. La collaborazione con Simone - ex-allievo del Liceo Classico "Vittorio Alfieri" - dura ormai da tre anni, un periodo che ha visto crescere il rapporto con i ragazzi e con i docenti, e si è dimostrata ancora una volta stimolante e portatrice di nuova brezza intellettuale per tutti i partecipanti. Quest'anno si aggiunge una novità ulteriore a cui guardare con interesse. Il giovane filosofo è, infatti, tra i redattori di Arena Philosophika, "un luogo di confronto sotto l'egida della ragione", come possiamo leggere sul sito: una bellezza per gli occhi e una scarica di vibrazioni rigeneranti per la mente che invitiamo, senza indugi, a visitare.

Circa sessanta ragazze e ragazzi dell'Artistico, delle classi terze e quarte, hanno partecipato attivamente agli incontri, vivaci e non convenzionali, capaci di restituire l'autentico senso del fare filosofia insieme, dialogando e costruendo concetti, punti di vista, definizioni. Si è parlato di uno di quei temi che, con Dante, fanno "tremar le vene e i polsi", ossia la questione dell'unità e della molteplicità, dell'uguale e della differenza. Attraverso le sei ore di incontro i ragazzi e i docenti sono stati trasportati nella sostanza della filosofia accompagnati da grandi contemporanei, come Gilles Deleuze, Michel Houellebecq, Italo Calvino, Peter Sloterdijk, ma anche da classici, come Plotino, Hegel, Heidegger, Parmenide, Agostino e Spinoza, tanto Spinoza, di cui c'è sempre più bisogno: e di questo ringraziamo! E gli argomenti affrontati sono stati la storia e la filosofia - come sarebbero potute mancare? - la pandemia che è stata il fil rouge degli incontri, il convitato di pietra che abbiamo cercato di interrogare, ma anche l'arte, il cinema, l'imprevedibilità degli eventi, il tempo, la creazione. 


Le ragazze e i ragazzi che hanno partecipato, e anche chi non è riuscito ad esserci, può seguire Arena Philosophika sul sito ed entrare in contatto con il fermento di idee che la contraddistingue. La speranza è quella di poter proseguire questa bella collaborazione in futuro, magari dal vivo, nelle aule del Liceo Artistico e guardandoci negli occhi. A questo punto noi ringraziamo il nostro ospite, Simone Vaccaro, e apriamo le porte del nostro Blog alle sue riflessioni sugli incontri.


"Aveva proprio ragione Deleuze (in Differenza e ripetizione): è la ripetizione che svela la differenza, perché (s)fondata sulla Differenza. Il gusto del solito caffè, amaro o zuccherato, normale o corretto, lungo o ristretto, cappuccino o marocco prende sfumature di volta in volta altre, di volta in volta nuove. La differenza, punto di partenza o tappa obbligata, si svela nel dispiegarsi stesso del punto di partenza: si parte, si arriva e ci si ferma, ma il telaio di questi scossoni si mantiene, unitariamente si svolge e si esprime nei colori della differenza, nei sapori tutti contenuti in una tazzina di caffè.La pausa caffè è il prendere tempo per eccellenza: lo si prende perché lo si sottrae dal circolo della ripetizione dell’identico a sé, dall’abitudinarietà del quotidiano. È la sottrazione il cui risultato supera ciò da cui si è sottratto. Prendere tempo vul dire fare della sottrazione cioè del meno, un’addizione ovvero un più: sottratto il tempo, ci resta un più-di-tempo, un tempo in più da condividere, riflettere, ragionare e dialogare. Prendere tempo è la Differenza che si instaura nel tempo preso, la Differenza in sé che si ripete nella ripetizione per sé, che si ripete differenziandosi nella ripetizione.

Per questo il medesimo caffè si è filosoficamente spostato, ha incrociato spunti, riflessioni, suggestioni e suggerimenti differenti: dal problema dell’interruzione del binario instradato della nostra quotidianità infranta dall’emergenza della pandemia – che nel suo venire alla luce ha gettato luce sull’impensabilità di un reale che ha la caratteristica di prenderci sempre in contropiede, costringendoci a pensare -, alla narrazione della crisi dalla stessa conseguita; dalla narrazione come atto di giustificazione di un apparente ingiustificabile, alla narratività come cifra metafisica di una Unità che altrimenti sarebbe dilaniata se non si narrasse nella Molteplicità dei racconti che non fanno che raccontare di Lei, per giungere, infine, alla contrapposizione della differenza tra un tanto massimale anelito utopico quanto l’altrettanto, sebbene rovesciato, istinto distopico postcatastrofico.

E dalla narrazione si è passati alla lettera, mattone della narrazione, alla sua filologia, all’approccio filologico del filo-logico la cui logica trascende la mera sommatoria di parti in quanto si sofferma sulla spinoziana espressione, sullo «spanciarsi» (Calvino) geometrico della Sostanza in tutti i suoi modi. Ci si è soffermati sulla domanda della traduzione che la lettera avanza in ogni sua manifestazione: è possibile una traduzione letterale? e si è vista la risposta geometrica, dello svolgimento rafforzativo nella proposizione dedotta, fenomeno autentico del deducibile, interno al deducibile, immanente ad ogni dedotto che dice, che traduce sempre qualcosa del deducibile sostanziale. Per questo si è affrontata la vertigine della lettera che è la vertigine della Sostanza, di Dio dell’Uno propria del filosofare di Baruch Spinoza.

Alla fine non si è giunti alla fine. La pausa caffè ha un inizio e una fine e quest’ultima sì, è giunta alla fine. Ma la domanda lascia ancora il riverbero del gusto del caffè, aprendo il campo ad altre domande, ad altri caffè…"


Articolo originale comparso qui il 14 febbraio 2021.


a cura dei proff. Federico Baglivo, Gianfranco Cavarero ed Ermanno Morando

un sentito ringraziamento a Simone Vaccaro


Instagram  @_liceo_artistico_asti 

La scuola è sempre stata lo spazio nel quale si realizzano esperienze che riempiono completamente le nostre giornate, attività e progetti che occupano non soltanto le sei ore della mattina, ma che si protraggono a volte per giorni, a volte per settimane o mesi. Realizzare un progetto, mettendoci anima e corpo, significa infatti dedicare tempo, pazienza, costanza per cercare di migliorare.

In una scuola come il Liceo Artistico questa verità è ancora più evidente. Ogni anno le grandi cassettiere, gli armadi, le pareti stesse - e anche, perché no, gli hard disk dei nostri PC - si riempiono dei prodotti delle attività maturate nel corso dei mesi invernali. Ogni primavera i ragazzi, severi ed autocritici verso se stessi più di quanto a volte vorremmo, si misurano con il percorso svolto durante l'anno e con le loro abilità sempre più perfezionate. Attraverso un gusto artistico che è più sicuro e definito osservano progressi e battute d'arresto, difficoltà e successi. L'arte è così: alti e bassi, conquiste e dure fatiche, dedizione e slancio si avvicendano restituendo un'esperienza ricca e totalizzante.

Alla base dell'idea di creare un nuovo profilo social per il Liceo c'è proprio l'esigenza di condividere questo percorso pieno di vita e di passione, di renderlo pubblico perché possa essere apprezzato e conosciuto. Sull'account @_liceo_artistico_asti (che ovviamente invitiamo a seguire, diffondere e, ovviamente, "cuorare") potrete trovare una galleria d'arte in aggiornamento e continua evoluzione. Potrete assistere alla nascita di prodotti grafici e di elaborati multimediali, sarà possibile osservare da vicino progetti architettonici, sculture, perdersi nelle incisioni e negli acquerelli, non mancheranno cortometraggi e nemmeno dipinti ad olio. Le opere in mostra sono testimonianza delle diverse linee progettuali sviluppate dai docenti delle materie di indirizzo in sinergia con gli altri colleghi, enti esterni, associazioni e istituzioni del territorio e dimostrano gli ottimi risultati raggiunti dai nostri studenti. Capiterà di incontrare, tra le sale espositive, anche opere di ex-allievi, giovani artisti che mantengono un forte legame con la loro scuola. E questo dimostra la forza e la pregnanza dei legami che si creano nelle nostre aule.

Abbiamo ritenuto fondamentale rendere visibile il percorso degli studenti e dimostrare che, nonostante le ultime grandi difficoltà che stiamo affrontando a livello globale, la scuola prosegue e cresce insieme ai suoi ragazzi. Desideriamo dimostrare che la scuola può essere vicina ai ragazzi anche adesso, in tempi di didattica a distanza, nonostante il tempo trascorso nelle aule sia dimezzato, nonostante l'impossibilità per i docenti di guidare, per mano, gli studenti. Siamo convinti che la scuola sia sufficientemente matura, saggia e salda nei suoi principi da poter utilizzare la tecnologia e il mondo social a vantaggio della crescita degli studenti. Speriamo che i colori, le linee, i suoni, le sfumature, la precisione, l'intensità, la fantasia vi trasmettano il senso di un percorso che porta i nostri ragazzi ad avvicinarsi all'Arte.





a cura del Team per l'innovazione del Liceo Artistico

lunedì 8 febbraio 2021

"Gridalo per non dare agli altri il privilegio di farti tacere"


Gli studenti del Liceo Artistico
incontrano Roberto Saviano

Se avete perso la diretta Instagram potete vederla qui!


Sai che il solo modo per difendere la libertà è condividerla?

Credi in un’idea giusta solo perché ti rassicura?

Ricordi che anche noi abbiamo atteso di entrare in una terra straniera, in fila, senza nemmeno una valigia tra le mani?


È a partire da questi tre interrogativi che alcuni allievi del Liceo Artistico “Benedetto Alfieri” hanno discusso e riflettuto intorno all’ultimo libro di Roberto Saviano: Gridalo (Bompiani, 2020). 

Durante la loro esperienza di lettura, i ragazzi hanno avuto la possibilità di conoscere storie di donne e uomini vissuti in epoche e luoghi diversi, hanno scoperto nuovi aspetti di personaggi storici più conosciuti e, infine, hanno dipanato quel filo rosso che lega tra loro le vite di Ipazia, Anna Achmatova, Emile Zola, Martin Luther King, Pasolini, Jamal Kashoggi, e le lega anche a quella dell’autore: l’imprescindibile necessità di gridare. Gridare, secondo Saviano, significa scuotere le coscienze, sottoporre all’attenzione di tutti i problemi e le ipocrisie della società contemporanea, denunciare i soprusi dei regimi che, nascondendosi dietro a finte aperture liberali, mettono a tacere chiunque proponga una visione differente del mondo, del progresso e dei rapporti umani. Saviano non nasconde che la strada è ancora lunga (prova ne sono i tragici epiloghi di molti dei personaggi raccontati), ma ripone grande speranza nelle nuove generazioni: sono loro i suoi lettori ideali, ed è soprattutto per loro che ha scritto questo libro. Non un manuale, ma piuttosto una mappa. Non soltanto per orientarsi nei territori già battuti ed esplorati da chi è venuto prima, ma per perdersi, e nello smarrimento tracciare nuove direzioni di libertà.

“Ti voglio portare al punto dove starà a te perderti. Al punto dove sono arrivato io, cosicché tu possa partire da dove io non ce l’ho fatta ad andare oltre. Non voglio farti percorrere strade già battute per tenerti dentro a un sentiero segnato, non voglio insegnarti la prudenza, al contrario voglio portarti nel punto in cui la prudenza diventa azzardo e la saggezza temerarietà, perché forse solo così si arriva a tracciare una nuova strada”.

Data la situazione attuale, Saviano non ha potuto prender parte al consueto tour di incontri per promuovere il libro, ma insieme alla sua casa editrice si è organizzato per incontrare i lettori all’interno degli spazi online che abbiamo imparato a conoscere da un anno a questa parte. Dalla metà di dicembre, infatti, ha dato il via a una serie di conversazioni online sul proprio profilo Instagram, un progetto intitolato “Gridalo a scuola” in cui l’autore risponde alle domande poste dagli studenti di tutta Italia, chiacchiera, interagisce con loro. Anche i nostri ragazzi avranno la possibilità di scambiare con lui qualche opinione e di proporgli il grido che hanno elaborato ragionando insieme negli ultimi giorni. Se siete curiosi di vedere cosa ne viene fuori, siete tutti invitati – professori, allievi, genitori e amici – a seguire la diretta.


Per farlo basterà accedere a Instagram con il proprio account personale, seguire il profilo di Roberto Saviano (@robertosavianoofficial) e collegarsi puntuali alle 17.30.

Vi aspettiamo!


a cura della prof.ssa Federica Bosio

giovedì 4 febbraio 2021

Una scuola aperta, accogliente e che cresce

Il rientro in presenza al 50% dopo la pausa natalizia ha visto tornare a scuola alunni che da mesi non varcavano la soglia dell’edificio scolastico. Per alcuni di loro, tuttavia, questo rientro non è stato una novità: si tratta dei ragazzi e delle ragazze che hanno aderito all’iniziativa Insieme per crescere, predisposta dal Collegio Docenti su stimolo della Nota Ministeriale del DPCM del 3 novembre 2020 e che si è concretizzata nella partecipazione alle lezioni in presenza di due alunni volontari al giorno insieme ai compagni con bisogni educativi speciali, ai docenti curricolari e ai docenti di sostegno. L’esperienza è stata l’occasione di una riflessione allargata sul valore e il significato della tanto bistrattata scuola, una realtà apparentemente scontata di cui, però, si avverte l’imprescindibilità proprio quando viene a mancare. 

Secondo Iris, i mesi dello scorso anno scolastico passati a seguire le lezioni dietro a uno schermo tolgono ogni dubbio sul valore della didattica in presenza: "Io mi trovo meglio a scuola; sono in grado di seguire le lezioni anche da casa, ma non nego che ci siano più motivi per distrarsi. Siamo umani, di occasioni per distrarci ce ne saranno sempre, ma siamo in grado di riprenderci e di seguire i nostri obiettivi".

Anche per Paolo l’opportunità di continuare a frequentare la scuola ha scongiurato l’incubo della DAD vissuto durante la scorsa primavera: "Nei primi mesi della pandemia stare seduto per ore davanti al computer mi rendeva nervoso e stressato. Ora sono molto più tranquillo: vedere in faccia i professori ci aiuta in tanti aspetti. Inoltre non è più necessario passare il tempo a controllare che funzionino la connessione o le piattaforme. Frequentare in piccolo gruppo, inoltre, mi fa sentire in una situazione di normalità, come quando non c’era ancora la DAD.

La normalità sembra il filo conduttore di tante riflessioni: anche per Ugne tornare in classe è stato riappropriarsi della propria dimensione quotidiana e, al contempo, fare i conti con un momento storico in rapporto alla propria vita. “I giorni in presenza da volontari sono stati utili non tanto per le lezioni in sé, quanto per noi stessi: uscire di casa, respirare dell’aria fresca e vivere quella normalità che una volta ricordavamo. È stato piacevole confrontarsi con professori, compagni e chiacchierare con loro per cercare di conoscerci un po’ di più e farci anche qualche risata insieme. Uscire dalla mia vita ormai sedentaria mi ha fatto stare meglio ma mi ha anche molto rattristato: vivo con la costante paura che la normalità non ritorni mai più come prima e che i miei progetti e sogni non si realizzino a pieno come voglio”.

Non per tutti il percorso è lineare. Secondo Silvia beneficiare di una porzione rende ancor più manifesta la mancanza del tutto: "L'esperienza dei volontari in presenza è stata molto strana. Tornare in classe solo per qualche giorno alla settimana è stato un momento di liberazione dal loop temporale che si era formato nelle nostre case, ma tornare soltanto in tre, e non con tutta la classe, invece, è stato surreale. Non poter vedere i compagni in faccia, non sentire quel brusio che è di solito presente in classe e restare in silenzio in un'aula così vuota è stato triste. Spero che tutto si sistemi e che ritorneremo alla complicità di prima, senza doverci parlare attraverso uno schermo".

Tornare a scuola e relazionarsi con i docenti ha fatto emergere un punto di vista nuovo sul ruolo di questi ultimi. Secondo Ludovica "in questo periodo è facile per noi ragazzi perdere di vista i nostri obiettivi, i nostri sogni. Per questo abbiamo bisogno dei nostri insegnanti: perché ci indichino la strada da percorrere per continuare a perseguirli". 

L’esperienza scolastica è vista sotto un’altra luce anche da Laura che ne sottolinea una diversa, accresciuta, percezione: "Spesso si tende a vivere la scuola con ansia o svogliatezza. «La scuola non è importante!» non nego di aver condiviso, talvolta, questo pensiero". Tuttavia la pandemia, e la DAD, hanno messo in discussione molte cose. Laura continua: "È stato un onore essere nuovamente a contatto con i professori e alcuni compagni. Seguire le lezioni in aula non solo mi ha permesso un apprendimento migliore, ma ha fatto riaffiorare speranza e voglia di costruirsi. Siamo solo noi che possiamo fare la differenza. Che sia una giornata in presenza, o le solite monotone lezioni a distanza, saranno comunque queste ad accompagnarci nel nostro percorso e a definire il nostro futuro. Noi non siamo un voto e non siamo chi ci impongono di essere. Siamo, però, noi gli unici artefici del nostro futuro, sta unicamente a noi scegliere come sarà. Oggi più che mai la scuola è un punto di riferimento per la nostra crescita personale e per la nostra maturità in via di sviluppo; non posso fare altro che ringraziare ogni singolo professore, per tutte le ore che ha impiegato per noi, ogni compagno e la Dirigente per questa occasione di condivisione". 

È ancora presto per i bilanci, per capire realmente quanto le complesse esperienze indotte dalla pandemia incideranno, nel bene e nel male, sul percorso scolastico e di vita dei nostri allievi. Colpisce molto, tuttavia, la loro disponibilità ad affrontare le difficoltà, a instaurare un dialogo con se stessi; constatazioni che stridono con il luogo comune che vede gli adolescenti passivi e indifferenti. La loro generosità nel mettere in crisi le proprie certezze e a porsi nuove domande dimostra chiaramente la grande forza che la Scuola è in grado di sprigionare. A noi la responsabilità di affinare gli strumenti che li accompagnino a trovare autonomamente le loro risposte e a crescere, tenacemente, insieme.


a cura delle docenti e dei docenti, delle studentesse e degli studenti del Liceo Artistico

mercoledì 3 febbraio 2021

Incontri formativi e celebrativi all'IIS "Alfieri"

Per il 27 gennaio 2020 l’IIS V. Alfieri ha organizzato una mattinata ricca di incontri; tra questi quello con l’Arma dei Carabinieri nell’ambito del Progetto Legalità. Le classi 3G del liceo artistico, 4C dell’Istituto Sella e 5C del liceo classico hanno incontrato in meet il Capitano Mario Barisonzi, Comandante della Compagnia di Asti. La chiarezza, l’entusiasmo e la competenza con cui il Capitano ha condotto l’incontro ha coinvolto gli allievi e i docenti, che hanno potuto comprendere esempi di legalità e illegalità senza filtri, ma direttamente sul campo. Il Capitano, infatti, partendo dall’analisi dell’etimologia delle parole è arrivato ad illustrare casi pratici parlando di sanzioni, pene, libertà personale, potestà genitoriale, arricchendo così gli allievi/cittadini e fornendo alla scuola una bella lezione di Educazione civica. 

In contemporanea si è tenuto il meet con il prof. Tesio, critico e filologo, studioso della Shoah e di Primo Levi che, in occasione della Giornata della Memoria ha presentato agli allievi delle classi del triennio di tutte e tre le sedi dell’IIS V. Alfieri il suo ultimo libro Nel buco nero di Auschwitz, antologia di testi di scrittori che hanno testimoniato l’Olocausto. 

La tematica della memoria ha coinvolto studenti e anche docenti, ha permesso riflessioni personali e storiche, ha potenziato un atteggiamento da parte di tutti noi di compassione nei confronti di chi è tornato o non è tornato dai lager. Insomma, l’educazione civica si permea non solo di memoria, ma anche e soprattutto di inalienabili diritti umani.



A cura della prof.ssa Elisabetta De Leonardis