lunedì 5 aprile 2021

La filosofia dell’intelligenza artificiale - Incontri di Bioetica

La classe 5D, il 17 marzo 2021, ha partecipato a uno dei numerosi incontri riguardanti la bioetica organizzati dall’IIS “Vittorio Alfieri” di Asti  grazie all'intervento della Consulta di Bioetica ONLUS, presieduta dal prof. Maurizio Mori dell’Università di Torino all'interno delle iniziative del Ce.Se.Di. del capoluogo regionale. Gli incontri avevano quale scopo principale la sensibilizzazione civica rispetto a questioni di grande attualità alla luce dei più significativi risultati raggiunti dal dibattito contemporaneo. Hanno partecipato e curato il ciclo di incontri in qualità di formatori, oltre alle esperte che citeremo tra poco, anche i dott. Matteo Cresti e Francesco Dezani, ricercatori di UniTO, che hanno affrontato con i ragazzi le tematiche etiche relative all'inizio e al fine vita, i temi dell'evoluzionismo e del disegno intelligente e le questioni di genere. I venti appuntamenti sono stati programmati per tutte le classi quinte dei tre indirizzi: Artistico, Classico e Professionale, che vi hanno preso parte con grande interesse. 

L'incontro della classe 5D, guidato dalle dott.sse Martina Ferraresi Giulia Scarpetti, giovani e preparatissime ricercatrici di UniTO, era incentrato sul tema dell’intelligenza artificiale. Questo è sicuramente un tema che negli ultimi anni ha saputo far parlare e discutere un vasto numero di persone, da programmatori ai fan accaniti della fantascienza, fino ad arrivare ai filosofi, che grazie a questo concetto sono riusciti ad arrivare a conclusioni da non sottovalutare. 

Xavier Caré / Wikimedia Commons
È stato un incontro molto interattivo, e le due relatrici hanno saputo incuriosire e far appassionare gli studenti a questo argomento molto particolare, affrontato più e più volte in film di fantascienza - da "2001, Odissea nello spazio", "Blade Runner", "Matrix" "L'uomo bicentenario", "Io robot"; romanzi - come quelli di Asimov, Dick o Ursula Le Guin - e serie TV, come la recentissima Westworld. Spesso e volentieri in quelle circostanze l’intelligenza artificiale viene considerata come un nemico e, inspiegabilmente, da essere superiore concepito per aiutare l’uomo, si trasforma quasi sempre in un grave problema per l'umanità, in un serial killer pronto a rendere la situazione molto più difficile per i malcapitati umani che si trovano nei paraggi. Ovviamente, l’incontro è servito anche per gettare luce proprio su questi aspetti e per cercare di uscire da rappresentazioni stereotipate o ingenue, per quanto affascinanti. In particolare, si è cercato di fornire una spiegazione delle differenti e sfaccettate risposte che la filosofia ha provato a fornire rispetto a questo vasto argomento. 

Non sono quindi mancati i dubbi e le domande, innanzitutto: "Perché l’intelligenza artificiale? È la prima domanda che mi verrebbe da porre siccome nonostante la scienza stia avendo un progresso enorme, credo sia giusto lasciare all’essere umano ciò che è suo" - dice Silvia Vesthja - "mi meraviglio di ciò che viene costruito ogni giorno, ma allo stesso tempo mi chiedo perché dobbiamo per forza dare anche alle cose delle sembianze umane [come si può notare, per esempio, in questo interessante video] anche quando non è necessario. Sono affascinata da ciò che la scienza riesce a fare, ma a bisognerebbe riuscire a rimanere nei “limiti” senza uscire da essi." Filippo Tripoli ha espresso la sua opinione sempre nell’ottica di quella precedente: "Secondo me non è sensato donare l'intelligenza e la volontà ad un robot, così andiamo a sostituire l'essere umano, che non ne ha assolutamente il bisogno visto il numero della popolazione. Un robot può aiutare l'uomo in diverse forme e funzioni. Renderlo libero e autonomo è un campo non esplorato e di cui l'uomo non ha padronanza."

Un altro parere che non sembra discostarsi da questa concezione riguardante l’intelligenza artificiale, ma che pare essere comunque degno di una diversa origine e pensiero in riguardo all’argomento è quello di Beatrice Rissone, che spiega: "Nelle opere di fantascienza l'intelligenza artificiale è un tema ricorrente, come semplice strumento o come protagonista della storia. Con l'avanzare delle scoperte in ambito digitale e scientifico e con la creazione di veri e proprio umanoidi, mi sorgono diverse domande esistenziali. Subito mi è saltato subito in mente un film di Steven Spielberg "A.I.- Intelligenza artificiale" È un film che ho visto un po' di tempo fa, ma riesce a far comprendere come può essere possibile che una macchina possa arrivare ad essere molto simile a noi. Ma come questo sia ostacolato dall'essere umano. Sicuramente questo mi porta a paragonare l'intelligenza umana e l'intelligenza artificiale: la prima basata su ragionamenti, intuizione e prove la seconda su complicati algoritmi che pur essendo sofisticati non riescono ad approssimare l'intelligenza umana. Credo sia importante sottolineare che è giusto che si inventino macchine competenti per ausilio all'uomo, ma non che superino a livello psichico quest'ultimo."

Fonte: Wikimedia Commons
L'incontro ha affrontato molti temi che hanno interessato differenti prospettive come, prime tra tutte, la distinzione tra robot ed essere umano, come già evidenziava Turing con il suo noto test, negli anni Trenta.  In secondo luogo sono emerse le questioni legate all'etica dell'intelligenza artificiale: quali regole deve rispettare un robot? I robot sono soltanto oggetti o possono essere definiti soggetti etici? Hanno dei diritti? Le tre leggi della robotica di Isaac Asimov hanno fornito un significativo spunto di riflessione che ha portato a sondare alcune sfaccettature del dibattito contemporaneo. Alla fine dell’incontro la discussione filosofica, dopo essere stata condita dalle varie opinioni degli studenti e dai numerosi approfondimenti e spunti proposti dalle relatrici, ha saputo lasciare una domanda molto profonda, che sicuramente può dare degli spunti interessanti sulla natura umana, ovvero, dobbiamo avere paura delle macchine che presto sostituiranno l’uomo? E in quali campi è più probabile che l'uomo venga presto sostituito?

Tale quesito che di certo non si può risolvere in maniera assolutistica o categorica, trova origine nella paura dell’uomo più grande, ovvero la paura dell’ignoto. Se nel Medioevo, un'età che oggi noi ricordiamo per la repressione nei confronti della scienza, si aveva paura di far innervosire Dio, oggi questi geni che hanno trovato il più sanguinolento sfogo in quell’epoca di armi, malattie e monarchi, si manifestano nonostante la scienza e la ragione umana abbiano trovato modo di placare dubbi esistenziali nei confronti dell’uomo, così andando a sostituire la parola “Dio” con “Intelligenza Artificiale”, e ciò però ci porta ad un'altra domanda molto più profonda, l’idea di una creatura superiore, che sta nei cieli, o è fatta di circuiti e schede madre, o che sta sottoterra, e che nonostante la sua espansa intelligenza si riduca ad essere un barbaro, minacciando di torturare gli infedeli al suo credo, è forse nel nostro DNA? Può essere, ma può anche essere che ci voglia coraggio per sconfiggere gli impulsi primitivi che ci allontanano dalla verità. 


a cura di Gabriele Demarchis, classe 5D

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