sabato 17 dicembre 2022

Le mappe della 1E

Quanto sono utili le mappe concettuali nello studio della matematica? Dipende da diversi fattori, ma una cosa è certa: se non si prova a farle e usarle non lo si scoprirà mai.

La mappa utile è quella vissuta, nata e cresciuta con il nostro studio. All’inizio è pasticciata, poi rivisitata e cambiata. Come un brutto anatroccolo che inizialmente è insicuro e non si sente all’altezza di un nuovo argomento, man mano che lo si studia e lo si capisce, anche gli schemi si abbelliscono fino a diventare splendidi cigni.

La bellezza della mappa concettuale è bivalente. C’è una bellezza che vede solo il suo creatore, legata al lavoro vissuto insieme. E’ la bellezza della comprensione. La mappa, nata e cresciuta con il nostro studio, racchiude i concetti chiave che abbiamo capito e ce li conserva così da poterli andare a riguardare quando vogliamo. Quando pensiamo di non ricordare più nulla, uno sguardo alla mappa riporterà le sensazioni bellissime legate alla comprensione e ricorderemo cose che pensavamo perdute.

C’è poi un’altra bellezza, quella estetica, di cui gli studenti del Liceo Artistico sono particolarmente capaci. E così sono nate le “MAPPE DELLA 1E”. Un primo passo, sotto la guida degli insegnanti, a cui ne seguiranno altri sempre più indipendenti, ha dato origine a dei piccoli capolavori di concetto ed arte. Un successo dunque, questo progetto trasversale tra due materie, matematica e discipline pittoriche, così diverse fra loro ma accomunate dalla bellezza; come gli studenti della 1E hanno pienamente dimostrato nel video che potete vedere qua:



A cura della prof.ssa Stella Tagliati Geloso e del prof. Carlo La Perna

mercoledì 14 dicembre 2022

Openschool al "Vittorio Alfieri" di Asti

La dirigente, Stella Persone, con i docenti dello staff
L’Istituto si prepara ad accogliere gli allievi delle scuole medie di Asti e provincia e le loro famiglie per una visita alla scuola in vista delle future iscrizioni alla classe prima.

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Tempo di scelte per chi frequenta la terza classe della scuola media, scelte che possono anche essere difficili per chi deve scegliere. L’iscrizione ad una scuola superiore, infatti, è una scelta che va ponderata bene tanto dagli studenti quanto dalle famiglie. Affidarsi ai consigli dei docenti o seguire il proprio cuore e le proprie passioni? Progettare o affidarsi all’istinto? Una buona scuola dovrebbe saper far fronte a questi dubbi, con una proposta formativa completa e innovativa.

L’IIS Vittorio Alfieri di Asti può così rispondere a tante esigenze, perchè raccoglie in sé l’esperienza di tre scuole, ciascuna con caratteristiche uniche, ma che, insieme, rappresentano un’offerta formativa davvero completa e interessante.

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Il liceo artistico “Benedetto Alfieri” è un liceo in cui l’arte la fa da padrona, una scuola che si ispira alla creatività e al talento artistico, e si presenta agli studenti con i suoi cinque indirizzi: Architettura e Ambiente, Arti figurative, Design, Grafica, Audiovisivo e Multimediale; insomma, l’arte attraverso svariate e poliedriche forme creative. 

Il liceo classico “Vittorio Alfieri” è una scuola tradizionale, ma è anche attenta alle nuove opportunità didattiche; al corso tradizionale si affiancano un potenziamento scientifico e l’indirizzo biomedico. Una scuola in cui si affrontano non solo le discipline classiche, ma anche i saperi scientifici, in vista di una costruzione del sé a 360 gradi. 

L’istituto professionale “Quintino Sella”, specializzato nel settore commerciale, si affida anche a tre nuovi percorsi: la Web community, il Turismo sostenibile, l’ Import - Export e questo per avvicinare e orientare gli studenti anche alla futura realtà lavorativa. 

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Tutto l’Istituto ha in dotazione laboratori con strumentazione digitale che tiene il passo con i tempi e con le più recenti tecnologie; questo grazie alla volontà della dirigente Maria Stella Perrone, sempre attenta all’innovazione, al benessere dei ragazzi e a cogliere quelli che sono i loro bisogni, sia formativi che personali. 

Il personale e i docenti dell’istituto V. Alfieri sono quindi orgogliosi di aprire i loro portoni per poter accogliere studenti e famiglie in vista dell’Open School di sabato 17 dicembre 2022 e di sabato 14 gennaio 2023, in mattinata dalle 10:00 alle 12:00 e nel pomeriggio dalle 15:00 alle 18:00. 

Le tre sezioni saranno presenti anche a Uni-Astiss, al Polo Universitario, in corso Alfieri - p.zzale De Andrè sabato 17 dicembre 2022 dalle 9:00 alle 17:00. 

Venite a respirare la nostra scuola, venite ad incontrarci: siamo sicuri che la vostra scelta diventerà così una scelta consapevole e fatta con il cuore. Vi aspettiamo. 

i docenti dell'IIS "Vittorio Alfieri"

Un'uscita artistica a Mantova

Vedere, ammirare e studiare le opere d’arte in presenza è senza dubbio una delle esperienze più suggestive che si possano mai fare. Essere lì, a pochi centimetri dalla materia pittorica, dalle iconografie e dai dettagli permette di comprendere al meglio quanto non siano opere create da Dio o dallo stregone, secondo la celebre definizione di Roberto Longhi ma manufatti creati dall’uomo, l’artista, con una sua formazione, un suo percorso, un suo stile.

Proprio per questo studiare le opere d’arte da vicino, nel loro “contenitore” (originario o attuale) rappresenta un ottimo spunto, se non addirittura il viatico, per una didattica storico-artistica solida, efficiente e produttiva: in altre parole, una storia dell’arte viva.
È quello che è successo il giorno 7 dicembre 2022 a Mantova, quando le classi 3A, 3D e 4A del liceo artistico “B. Alfieri”, accompagnate dai docenti Gandini, Pistone, Riso e Rovero, hanno visitato Palazzo Ducale, che ospitava anche la mostra su uno degli artisti italiani più rappresentativi della corrente del gotico internazionale come Pisanello o la celeberrima Camera picta di Andrea Mantegna. 

Durante il suo lungo soggiorno per più di quarant’anni a Mantova (dove morì nel 1506), Mantegna ha lasciato numerose opere, alcune purtroppo oggi non più presenti a causa anche delle spoliazioni napoleoniche. Di certo uno dei cicli pittorici ad affresco più celebri della storia dell’arte, ancora nella sua sede originaria, è la famosa Camera picta, oggi più comunemente chiamata Camera degli Sposi, nome assegnatogli dal biografo Carlo Ridolfi nel 1648. L’opera esalta la grandezza del committente Ludovico II, della sua famiglia e della corte mantovana dei Gonzaga che tanta importanza ha avuto per più di un secolo e mezzo per la storia dell’arte europea, soggiornandovi, tra gli altri, nei primissimi anni del Seicento il pittore fiammingo Rubens, divenuto non solo artista di corte (straordinaria e purtroppo frammentaria la Pala della Trinità a Palazzo Ducale, ammirata dagli studenti) ma anche agente per gli acquisti della collezione Gonzaga. 

Mantegna distribuisce le figure in maniera sapiente, giocando con l’illusionismo, quest’ultimo evidentissimo non solo nel celebre oculo prospettico, presente in qualsiasi manuale di storia dell’arte esistente, ma anche in alcuni dettagli macroscopici come il drappo quasi da quinta teatrale che si apre poco prima della figura di Ludovico II. Mantegna non dimentica però di essere un artista italiano per il costante richiamo all’antico presente nei medaglioni sul soffitto raffiguranti gli imperatori romani.

Nel pomeriggio le tre classi hanno visitato Palazzo Te, edificio anch’esso celeberrimo, costruito da Giulio Romano, allievo di Raffaello a Roma ed esponente di spicco di quello stile problematico che gli storici dell’arte chiamano, ancora oggi con le dovute cautele, manierismo. L’artista, che aveva già affrescato a Roma agli inizi degli anni Venti la quarta stanza vaticana, è costretto a fuggire dall’Urbe e a trovare rifugio a Mantova nel 1524, ospite di Federico II Gonzaga, che lo nomina pittore di corte, concedendogli la cittadinanza appena due anni dopo.
Lo stesso Federico II commissiona a Giulio Romano la costruzione di Palazzo Te, esemplare tra i più famosi dell’architettura cinquecentesca italiana (e non solo), nonché, tra gli altri, gli affreschi della celeberrima camera dei Giganti, in cui la grazia di Raffaello sembra passare in sordina rispetto allo straordinario illusionismo della pittura. Gli studenti hanno infatti ammirato come i personaggi (di michelangiolesca memoria) e la finta architettura partecipino alla sensazione che la stanza stia franando su se stessa, rendendo l’opera una delle più note tra quelle “di maniera” dell’arte occidentale

Tra una visita a Palazzo Ducale e quella a Palazzo Te è stata possibile anche ammirare un’opera di Leon Battista Alberti, architetto e teorico della corrente umanistica, giunto a Mantova per volere di Ludovico II nel 1459 e che curerà anche il progetto della chiesa di Sant’Andrea, completata però dopo la morte dell’architetto con rilevanti modifiche poco o per nulla fedeli al progetto originario. L’edificio però presenta numerosi elementi tipici dell’Alberti, sia all’interno che all’esterno, tra cui la facciata con il suo forte richiamo all’antico per la ripresa della tipologia dell’arco di trionfo romano, presente anche in un’altra opera dell’architetto come il Tempio Malatestiano di Rimini.
 
L’uscita didattica mantovana ha permesso ancora una volta agli studenti non solo di ammirare in presenza opere e artisti già studiati a lezione tramite slides e foto ma anche di comprendere come ogni artista non è mai un genio ma un individuo dotato di più o meno talento che all’interno delle sue opere fa trasparire la sua formazione, cosa ha studiato e cosa ha visto durante gli anni in cui è vissuto e, quindi, il suo personale stile. Proprio come afferma Roberto Longhi, nessuna opera deve essere osservata o ammirata «con reverenza o con orrore, come magia, come tabù, come opera di Dio o dello stregone» ma costantemente confrontata rapportata e contestualizzata. Ed è proprio questo che gli studenti ogni giorno devono apprendere: il confronto (il cosiddetto “rapporto” longhiano) come strumento didattico efficiente per fare storia dell’arte.

a cura del prof. Salvatore Pistone Nascone

sabato 3 dicembre 2022

Doppietta dell'indirizzo audiovisivo e multimediale dell'Artistico

Gli studenti dell’indirizzo multimediale diventano giurati di cortometraggi e incontrano attori, registi, sceneggiatori del mondo del cinema per confrontarsi e arricchire la conoscenza dell’arte cinematografica.

Al liceo artistico "B. Alfieri" il mondo del cinema lo si esplora non solo attraverso lezioni frontali, ma anche e soprattutto ribaltando le classi, attraverso quelle metodologie che invertono il tradizionale e ormai quasi desueto ciclo di apprendimento: studenti che diventano giudici, attori, sceneggiatori e registi, in nome di quel cooperative learning che caratterizza la nostra scuola, e che ogni giorno ricorda ai suoi docenti la Dirigente Scolastica Maria Stella Perrone.

Lunedì 30 novembre 2022 le classi del Multimediale - insieme alla 3 Design e 5 Grafica - hanno partecipato al Progetto Piemonte Factory al cinema Lumière di Asti, accompagnati dai docenti Varlotta, Bellitta, Bianco, Salasco, Gandini; gli allievi si sono calati nel ruolo di giudici del concorso che mira a valorizzare autori emergenti del mondo cinematografico attraverso la realizzazione di cortometraggi. Il Direttore Alessandro Gaido, Presidente dell’Associazione Piemonte Movie, si è complimentato con tutti i giovani giurati partecipanti e con i docenti per l’entusiasmo e la professionalità dei ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa. E chissà che un giorno, proprio uno dei nostri studenti non prenderà parte al concorso nelle vesti di regista?

Giovedì 24 novembre 2022 la classe 4 multimediale, insieme al prof. Varlotta, ha incontrato il critico cinematografico Armando Lostaglio: un meet con il giornalista e critico di cinema per approfondire tematiche che contribuiscono allo sviluppo di quel sapere critico e costruttivo di quella forma d’arte che sono i movie.

Sempre con la classe 4 multimediale giovedì 1 dicembre 2022 è avvenuto l’incontro degli studenti con l’attore statunitense Clayton Norcross, famoso in Italia per aver interpretato la parte di Thorne nella soap Beautiful. Una masterclass ricca di domande, risposte e confronti, ma soprattutto di interazione con chi ha fatto del cinema la propria ragione di vita; l’attore Clayton Norcross, hanno detto i ragazzi, è uno di noi, perché, nonostante la sua fama, si è calato perfettamente nel clima scolastico, elargendo sorrisi di complicità.

Il prof./regista Beppe Varlotta, docente di Laboratorio Audiovisivo e Multimediale al liceo artistico, ha promesso ai suoi allievi altri incontri, altre nuove esperienze dirette con attori, registi e sceneggiatori di fama mondiale, per portare nella nostra scuola il cinema dal vivo, un’esperienza che certamente arricchirà tutti noi e la nostra scuola.


a cura di ED 🐈