giovedì 4 febbraio 2021

Una scuola aperta, accogliente e che cresce

Il rientro in presenza al 50% dopo la pausa natalizia ha visto tornare a scuola alunni che da mesi non varcavano la soglia dell’edificio scolastico. Per alcuni di loro, tuttavia, questo rientro non è stato una novità: si tratta dei ragazzi e delle ragazze che hanno aderito all’iniziativa Insieme per crescere, predisposta dal Collegio Docenti su stimolo della Nota Ministeriale del DPCM del 3 novembre 2020 e che si è concretizzata nella partecipazione alle lezioni in presenza di due alunni volontari al giorno insieme ai compagni con bisogni educativi speciali, ai docenti curricolari e ai docenti di sostegno. L’esperienza è stata l’occasione di una riflessione allargata sul valore e il significato della tanto bistrattata scuola, una realtà apparentemente scontata di cui, però, si avverte l’imprescindibilità proprio quando viene a mancare. 

Secondo Iris, i mesi dello scorso anno scolastico passati a seguire le lezioni dietro a uno schermo tolgono ogni dubbio sul valore della didattica in presenza: "Io mi trovo meglio a scuola; sono in grado di seguire le lezioni anche da casa, ma non nego che ci siano più motivi per distrarsi. Siamo umani, di occasioni per distrarci ce ne saranno sempre, ma siamo in grado di riprenderci e di seguire i nostri obiettivi".

Anche per Paolo l’opportunità di continuare a frequentare la scuola ha scongiurato l’incubo della DAD vissuto durante la scorsa primavera: "Nei primi mesi della pandemia stare seduto per ore davanti al computer mi rendeva nervoso e stressato. Ora sono molto più tranquillo: vedere in faccia i professori ci aiuta in tanti aspetti. Inoltre non è più necessario passare il tempo a controllare che funzionino la connessione o le piattaforme. Frequentare in piccolo gruppo, inoltre, mi fa sentire in una situazione di normalità, come quando non c’era ancora la DAD.

La normalità sembra il filo conduttore di tante riflessioni: anche per Ugne tornare in classe è stato riappropriarsi della propria dimensione quotidiana e, al contempo, fare i conti con un momento storico in rapporto alla propria vita. “I giorni in presenza da volontari sono stati utili non tanto per le lezioni in sé, quanto per noi stessi: uscire di casa, respirare dell’aria fresca e vivere quella normalità che una volta ricordavamo. È stato piacevole confrontarsi con professori, compagni e chiacchierare con loro per cercare di conoscerci un po’ di più e farci anche qualche risata insieme. Uscire dalla mia vita ormai sedentaria mi ha fatto stare meglio ma mi ha anche molto rattristato: vivo con la costante paura che la normalità non ritorni mai più come prima e che i miei progetti e sogni non si realizzino a pieno come voglio”.

Non per tutti il percorso è lineare. Secondo Silvia beneficiare di una porzione rende ancor più manifesta la mancanza del tutto: "L'esperienza dei volontari in presenza è stata molto strana. Tornare in classe solo per qualche giorno alla settimana è stato un momento di liberazione dal loop temporale che si era formato nelle nostre case, ma tornare soltanto in tre, e non con tutta la classe, invece, è stato surreale. Non poter vedere i compagni in faccia, non sentire quel brusio che è di solito presente in classe e restare in silenzio in un'aula così vuota è stato triste. Spero che tutto si sistemi e che ritorneremo alla complicità di prima, senza doverci parlare attraverso uno schermo".

Tornare a scuola e relazionarsi con i docenti ha fatto emergere un punto di vista nuovo sul ruolo di questi ultimi. Secondo Ludovica "in questo periodo è facile per noi ragazzi perdere di vista i nostri obiettivi, i nostri sogni. Per questo abbiamo bisogno dei nostri insegnanti: perché ci indichino la strada da percorrere per continuare a perseguirli". 

L’esperienza scolastica è vista sotto un’altra luce anche da Laura che ne sottolinea una diversa, accresciuta, percezione: "Spesso si tende a vivere la scuola con ansia o svogliatezza. «La scuola non è importante!» non nego di aver condiviso, talvolta, questo pensiero". Tuttavia la pandemia, e la DAD, hanno messo in discussione molte cose. Laura continua: "È stato un onore essere nuovamente a contatto con i professori e alcuni compagni. Seguire le lezioni in aula non solo mi ha permesso un apprendimento migliore, ma ha fatto riaffiorare speranza e voglia di costruirsi. Siamo solo noi che possiamo fare la differenza. Che sia una giornata in presenza, o le solite monotone lezioni a distanza, saranno comunque queste ad accompagnarci nel nostro percorso e a definire il nostro futuro. Noi non siamo un voto e non siamo chi ci impongono di essere. Siamo, però, noi gli unici artefici del nostro futuro, sta unicamente a noi scegliere come sarà. Oggi più che mai la scuola è un punto di riferimento per la nostra crescita personale e per la nostra maturità in via di sviluppo; non posso fare altro che ringraziare ogni singolo professore, per tutte le ore che ha impiegato per noi, ogni compagno e la Dirigente per questa occasione di condivisione". 

È ancora presto per i bilanci, per capire realmente quanto le complesse esperienze indotte dalla pandemia incideranno, nel bene e nel male, sul percorso scolastico e di vita dei nostri allievi. Colpisce molto, tuttavia, la loro disponibilità ad affrontare le difficoltà, a instaurare un dialogo con se stessi; constatazioni che stridono con il luogo comune che vede gli adolescenti passivi e indifferenti. La loro generosità nel mettere in crisi le proprie certezze e a porsi nuove domande dimostra chiaramente la grande forza che la Scuola è in grado di sprigionare. A noi la responsabilità di affinare gli strumenti che li accompagnino a trovare autonomamente le loro risposte e a crescere, tenacemente, insieme.


a cura delle docenti e dei docenti, delle studentesse e degli studenti del Liceo Artistico

1 commento:

  1. mi avete fatto emozionare .... bellissimo ! grazie per il supporto anche da parte dei genitori.

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