domenica 28 giugno 2020

QUANDO LE CLASSI NON SONO POLLAIO


considerazioni di docenti di una classe che non è pollaio

L’espressione classe pollaio sta ad indicare, senza nulla togliere ai polli e ai loro ricoveri, una metafora di classi con un numero di allievi numeroso, classi sovraffollate, quindi, piene di banchi e sedie, una lim, una cattedra. Ora, quanti sono in media gli allievi di una classe pollaio? Dai 25 ai 30, diciamo. Tante delle classi del liceo artistico sono classi pollaio: 28, 29, 30 allievi che ogni mattina varcano l’ingresso della scuola e si precipitano nelle aule per prendere posto. 

In questo ultimo triennio un’eccezione ha confermato la regola secondo cui quando le classi ospitano un numero di allievi che corrisponde a metà di un pollaio, allora la didattica dei docenti e la crescita personale degli studenti arriva a risultati che commuovono, e sono lo specchio di un lavoro di anni scolastici in cui tutti possono godere di quel diritto sancito anche dalla Costituzione che si chiama istruzione.

La classe V Architettura e Ambiente, composta da 11 allievi, ha sostenuto in questi giorni il colloquio orale previsto dall’Esame di Stato: tutti gli alunni hanno presentato i loro elaborati sulla Casa della memoria, poi analizzato il testo di Italiano, collegato interdisciplinarmente il documento scelto dalla Commissione, parlato dell’esperienza PCTO e commentato gli articoli della Costituzione. 

Quattro i cento e lode e un cento assegnati dai docenti e dal Presidente Civitate Giuseppe, un riconoscimento finale alla bravura, all’impegno, alla costanza nello studio, al raggiungimento di competenze eccellenti. La riflessione, però, è sorta spontanea in tutti noi docenti che eravamo lì, con loro: ecco, se e quando la classe non è pollaio, gli allievi possono davvero essere allievi, ovvero rispecchiare appieno l’etimologia del termine latino allevare, che significa nutrire, far crescere; e anche noi insegnanti della classe abbiamo scoperto di essere cresciuti con loro e grazie a loro.


























Terminato il colloquio l’allievo David Maria Grasso della classe VA, uno dei cento e lode, ha dimostrato come si possono coniugare lo studio e la musica se prevalgono passione ed entusiasmo.


A cura della prof.ssa Elisabetta De Leonardis 

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