Peppino Impastato |
Questa mattina, 23 novembre 2022, in un’aula magna di Astiss le classi quarte del liceo artistico B. Alfieri hanno assistito ad una lezione di legalità e contro quell’organizzazione criminale che si chiama mafia.
Nella nostra scuola l’Educazione civica è anche questo: uscire dalle aule ed essere cittadini attivi a convegni che, solitamente, lasciano il segno.
E Giovanni Impastato, fratello di Peppino, ucciso dalla mafia a Cinisi il 9 maggio 1978, il segno dentro di noi l’ha lasciato.
I cento passi che distanziavano la casa di Peppino e di Giovanni da quella del boss mafioso Gaetano Badalamenti, contro cui Peppino, nel film urla che la mafia è una montagna di merda sono la metafora del coraggio degli eroi eterni, la cui lotta continua oggi perché portata avanti da altri eroi che raccolgono i messaggi di chi non ha mai accettato l’omertà, ma, anzi, ha denunciato alzando la voce in una radio, per strada, nei comizi.
Se la mafia uccide i colori, i colori - grazie agli eroi che portano avanti dure battaglie in nome della legalità e della verità - rinascono come l’araba fenice, dalle loro stesse ceneri, e si parano davanti a noi, per ricominciare a dipingere altre lotte, in nome della giustizia, della libertà e della legalità.
Gli studenti dell’artistico, commossi, chinano il capo, nel rispetto dei morti e dei vivi che hanno vissuto sulla loro pelle quelle morti, e sono inevitabilmente caduti nel dolore, ma si sono rialzati per denunciare ancora. Grazie Giovanni Impastato, e grazie generale Antonio Borgia, per la vostra lezione di vita che conserveremo gelosamente nella memoria.
E ancora grazie a te, Peppino, che quelle agavi e quelle bouganville ti siano lievi.
A cura di ED 🐈
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