Un passo del poeta John Donne risuona così: "nessun uomo è un’isola, completo in se stesso e noi", attraverso la metafora dell’isola, comprendiamo davvero come nessun uomo viva interamente per se stesso, ma sia parte del tutto.
Quanto vale, dunque, per ognuno di noi la vita di un'altra persona? È la domanda provocatoria che Andrea, giovanissimo donatore dell'ADMO – Associazione Donatori Midollo Osseo – ha rivolto agli studenti delle classi quinte dell'IIS "V. Alfieri" di Asti, riuniti on line nelle giornate di mercoledì 3 marzo e giovedì 4 marzo 2021 per ascoltare vere storie di vita e non solo informazioni scientifiche attendibili sul trapianto di midollo osseo, pratica medica fondamentale e spesso insostituibile nella cura delle patologie tumorali del sangue.
Con gli allievi, anche se a distanza, c’è la sig.ra Maria Luisa Longo, storica portavoce della sezione astigiana dell'ADMO, che, con la sua solita serenità e chiarezza, illustra in cosa consista dal punto di vista medico trapiantare le cellule staminali di un soggetto donatore in un ricevente, e spiega anche che grazie a quelle potenti e capaci di trasformarsi il malato potrà contare finalmente su cellule sane che, poco alla volta, sostituiranno quelle malate.
Ma ci sono soprattutto loro, i protagonisti, che per età si confondono con gli studenti stessi, che, davanti a monitor ascoltano con attenzione e condividono parole di vita vissuta.
E così Laura, ex studentessa liceale, racconta con lucidità e consapevolezza una storia di ragazza che ha vissuto il cambiamento: da una vita assolutamente normale, si trova, un giorno, catapultata in un mondo di corridoi d'ospedale, di prelievi di sangue e di visite specialistiche che daranno un verdetto tremendo, forse troppo crudele e non accettabile per una ragazza di 14 anni. Ma questo fino al giorno in cui le dicono di un donatore compatibile, un ragazzo tedesco che Laura non conoscerà mai, perché il donatore ha sia il diritto che il dovere di mantenere l’anonimato. Dal racconto di Laura emerge con forza l'angoscia della malattia in progressione, e anche l'imbarazzo di sentirsi, in quel momento, diversa dai suoi coetanei, ma soprattutto emerge la paura di un possibile ripensamento del donatore.
Quanto la coerenza e la forza del donatore siano fondamentali lo hanno ben testimoniato Francesca e Andrea, due giovani astigiani che hanno raccontato di come si siano avvicinati all'ADMO, e di come forte sia stata l'emozione di essere individuati come donatori, di come la paura, certo, sia presente in quei momenti così delicati, ma di come la consapevolezza di diventare colui che può fare la differenza tra la vita e la morte certa di chi non ha alternative abbia il sopravvento sui timori e le preoccupazioni: e così, Francesca e Andrea non si sentono più isole. Agli allievi, dunque, arriva potente un messaggio: la donazione è ormai nella maggior parte dei casi un semplice prelievo, certamente non privo di ostacoli, ma potrà mai essere più lungo delle giornate, dei mesi e degli anni di chi è in lista d'attesa per quella che tutti i trapiantati testimoniano essere una seconda nascita?
Testimonianze forti quelle di Andrea e di Francesca, forti come la forza di volontà di Laura, che ora studia e vuole diventare medico e che non dimenticherà mai quel ragazzo tedesco che, dedicandole poche ore della sua vita, le ha regalato un futuro nuovo. E allora, vale nuovamente la pena di porsi una domanda: quanto vale, dunque, per ognuno di noi la vita di un'altra persona?
A cura della prof.ssa Antonietta Galanzino
Responsabile del progetto prof.ssa Elizabeta Veselinovska
Nessun commento:
Posta un commento